martedì 27 novembre 2007

Vigilie

Potrei essere in qualunque parte del mondo, da solo. Avventura paura freddo. Potrei essere in qualche rifugio sperduto delle Ande, a riscaldarmi con le fiamme di un camino. Potrei essere sospeso nel (quasi) vuoto dello spazio, a vedere la Terra da un'altra prospettiva. Invece sono qui, davanti al mio pc, accando al mio letto; forse mi manca l'amore ma non sono solo.

Domani è un altro anno che se ne è andato: troppo presto per dire che sto invecchiando, non ancora troppo tardi per fare cose che vorrei fare.

Non ho mai le idee chiare su quello che accade intorno a me e oggi ho capito ancora di più quanto è difficile prendere una posizione. Pensieri sconnessi, periodi spezzettati, asprezza e spigoli ovunque. Dicono che col tempo passa e tutto diventa più armonioso; dicono tante cose, spesso ripetono sempre le stesse, identiche cose.

Ho stampato tutti i post che ho scritto, escluso questo. Sono 17, non uno di più, non uno di meno.

domenica 25 novembre 2007

Riflessioni ghiacciate-2

Che cosa vede nello specchio, per ora, non lo sa neanche il burlone. O forse non vuole dirlo. Fatto sta che sta in silenzio, pensieroso e solitario. Forse è riuscito a non essere banale, ma tira dritto nella voragine del patetico (ho detto apposta voragine per indicare il grado di pateticità in cui ci troviamo). La neve è di nuovo candida, intatta. E poi capii che le mie storie non sono storie, perchè manca un inizio, e soprattutto manca una fine. Il burlone mascherato vive, almeno per il momento, al di fuori di ogni legge temporale, senza un prima e senza un dopo. Può pensare che una cosa non sia mai successa, e può modificare la realtà: o meglio, non modifica gli eventi perchè essi sono realmente accaduti, ma salta da una dimensione ad un altra, facendo quello che più gli piace. Tuttavia, non è felice. Senza errori non sa chi è.

venerdì 23 novembre 2007

Riflessioni ghiacciate

Cammino in mezzo alla neve, in mezzo ai boschi, con il freddo che mi entra dappertutto. Abbasso lo sguardo e la mia visuale, già limitata da un goffo ma funzionale cappuccio, abbraccia soltanto sassi di ghiaccio e due piedi che si superano a vicenda, sperando di vincere una gara che poi finisce sempre, malgrado la delusione di entrambi, in perfetta parità. Quei piedi sono i miei, e tutto sta diventando abbastanza monotono. Quando l’ennesimo schizzo di acqua gelida mi infanga i jeans, decido che è necessaria una pausa. Inizia lo straniamento e la malinconia si impossessa di me, il burlone scalcia e la scaccia ma poi soccombe; quando tutti lo credevano morto si rialza e mi fa da scudo, poi si gira e mi spara.

A questo punto non ride. Non piange, e non è nemmeno impassibile. Il sangue che sgorga copioso dalla mia bocca sporca la neve.

-Che cosa vuole dire la tua faccia?

-No davvero, forse non avrei dovuto.

-Non lasciarmi senza che io lo sappia.

-Curiosità. Non avevo mai visto un uomo che muore.



-Aspetta un attimo. Non può essere neanche così: saresti crudele.

-Infatti è un’altra bugia. Non ho mai ucciso nessuno, quindi smettila di sputare sangue perché non ti ho mai sparato.

-Mi sento già meglio. Ma allora che espressione avevi?

-Te lo confesso: lo specchio non riflette la mia immagine. Non lo so.

-E io non lo ricordo. Agli altri succede sempre, ma a me non era mai capitato.

Ma allora, nello specchio, che cosa vedi?

giovedì 22 novembre 2007

Assenze ingiustificabili

Sono tornato. Scusate il mio lungo periodo di inattività. Chiedo anche scusa a tutti i bloggers che hanno commentato e a cui non ho risposto, lo farò il prima possibile. La mia assenza è ingiustificabile. Mi vergogno di aver fatto tutto quello di essermi ripromesso di non fare. Mi sento stanco, ma soprattutto mi sento banale. Le mie pazzie e ispirazioni si riaccendono per periodi dalla durata infinitesimale, poi ripiombo nell'oblio. Ogni cosa che scrivo non ha un inizio nè una fine. Ho provato a scrivere almeno 3 libri non sono mai andato dopo il primo capitolo.
Il fatto è che mi perdo in mezzo alla strada. Mi confondo, non trovo la direzione. Il fatto è che la direzione non esiste. Dovrei riuscire a creare un sentiero e di conseguenza a percorrere una direzione. Ma nel frattempo, mi siedo qui, nella mia triste ed eterna incompiutezza. Mi avvicino con terrore alla normalità, ma forse oggi ho una certezza in più. Sono tornato ad essere il burlone mascherato. Da seduto la prospettiva cambia completamente. Non sono ancora in grado di pensare: chiudo gli occhi e muoio per un po'.