martedì 13 maggio 2008

Sacchi

Perchè senza volerlo certe volte si è se stessi. Perchè senza volerlo certe volte non siamo noi stessi. Oggi ho scoperto che era liquirizia. Ho ancora addosso il suo sapore amarostico. Un rotolo bello grande. Di liquirizia. Di questo passo penso che tra poco ricominceranno. I miei fulmini - quanto li amo - intermediari sospesi tra cielo e terra. I miei fulmini di terra, di sputo e di rabbia, di vergogna e di umiliazione, di orgoglio cancellato. Sono due settimane in cui non c'è tempo per pensare. Senza tempo. Senza dire niente.

giovedì 3 aprile 2008

Accovacciamento: tepori

Ancora una volta, senza che possa fare niente per impedirlo. Accade. E’ come se le due identità si siano fuse insieme; non più il prevalere dell’una sull’altra, non più travestimenti.
O burlone, alzati in piedi, schiudi il tuo accovacciamento!


Obbedisce – non l’avrei mai immaginato, il mio era soltanto un disperato quanto a mio avviso vano tentativo – si avvicina con il volto tra le mani. Singhiozza malignamente: sono consapevole che il mio odio si è esaurito. L’angolo nel quale giaceva è scomparso, confuso tra tutto il resto, contemplato con sguardo miope. Inghiottito da tutto, semplicemente scomparso. Tre cose: buio, salsedine, odore di piscio – il mio piscio – per la paura soffocante di poter diventare come lui.