giovedì 3 aprile 2008

Accovacciamento: tepori

Ancora una volta, senza che possa fare niente per impedirlo. Accade. E’ come se le due identità si siano fuse insieme; non più il prevalere dell’una sull’altra, non più travestimenti.
O burlone, alzati in piedi, schiudi il tuo accovacciamento!


Obbedisce – non l’avrei mai immaginato, il mio era soltanto un disperato quanto a mio avviso vano tentativo – si avvicina con il volto tra le mani. Singhiozza malignamente: sono consapevole che il mio odio si è esaurito. L’angolo nel quale giaceva è scomparso, confuso tra tutto il resto, contemplato con sguardo miope. Inghiottito da tutto, semplicemente scomparso. Tre cose: buio, salsedine, odore di piscio – il mio piscio – per la paura soffocante di poter diventare come lui.